SICILIANO: SULLA CHIUSURA DEL PMA DI NARDO’ I SILENZI DI MELLONE FURONO ASSORDANTI. OGGI HA L’OBBLIGO DI ESTERNARE LA SUA POSIZIONE

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MANIERI

Il 5 Marzo 2020 chiudeva definitivamente il centro di procreazione assistita nel presidio territoriale di assistenza di Nardò. La nostra Città perdeva un ennesimo servizio sanitario al cittadino, un presidio di eccellenza che negli anni ha offerto assistenza pubblica, seguendo circa 600 coppie all’anno e garantendo 350 interventi con l’ausilio di macchinari all’avanguardia ed un importante e qualificato staff medico-infermieristico. Dopo il declassamento del punto di primo intervento in presidio di continuità assistenziale ed un depauperamento sostanziale di diversi servizi all’interno dell’ex ospedale arrivò l’ennesimo scippo di un centro sanitario strategico per centinaia di cittadini di Nardò.

In quel frangente intervenni pubblicamente per chiedere conto al Sindaco, quale massima autorità sanitaria locale, della sua totale mancanza di attenzione, avvolta da un silenzio assordante rispetto alla sottrazione di un servizio sanitario alla comunità neretina. Non ebbi alcuna risposta e la chiusura del PMA si risolse in un’ulteriore disfatta sul fronte della tutela dei bisogni dei cittadini.

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Oggi leggiamo i contenuti di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Lecce dalle enormi proporzioni, che vede tra le contestazioni a molteplici esponenti politici, quello di aver voluto favorire un centro di procreazione medicalmente assistita privato, quindi con costi d’accesso elevati e alla portata di pochi, a discapito del pubblico, da parte di chi rivestiva proprio nel periodo in cui avvenne la chiusura del PMA di Nardò, il ruolo di Assessore al Welfare della Regione Puglia.

Ferma restando la presunzione d’innocenza, oggi più di ieri diviene un obbligo per il Sindaco Mellone argomentare le ragioni del suo silenzio sulla chiusura del PMA pubblico di Nardò. Spieghi ai neretini e alle coppie che sognavano e sognano di avere un figlio perché ha taciuto. Spieghi alla Città perché nella sua veste di massima autorità sanitaria locale non ha avvertito la necessità di battere i pugni per salvare quello che era un presidio sanitario, forse l’ultimo, all’avanguardia presente sul nostro territorio. Lui, il Sindaco che si vanta di avere un rapporto di intensa amicizia con Emiliano e la sua area, argomenti, qualora mai ve ne fossero, le ragioni che lo hanno portato, pavidamente, a non prendere posizione su una questione così straordinariamente importante per la Città.

Lorenzo Siciliano