IL PD È, ORMAI, UN CLUB DI NARCISISTI?
PD. Spesso sento dire: la politica è cosa seria, ok. Se è vero che è una cosa seria, il Pd dovrebbe spiegare ai suoi elettori cosa c’entra il coordinatore regionale della Lega Roberto Marti, il sindaco “civico di destra” di Nardò Pippi Mellone, e il consigliere regionale Donato Metallo (Pd) Insomma: destra, sinistra, civici, tutti insieme appassionatamente senza distinzioni e steccati? I vertici provinciali, regionali e nazionali, non hanno nulla da dire? La sensazione è che dentro al Pd a nessuno sia mai importato del partito.
Da una parte ci sono stati gli arrivisti, dall’altra gli idealisti che vorrebbe ragionare in un’ottica di team ma tutto ciò non viene consentito, contribuendo a un clima di tensione perenne. Un club di narcisisti più che un partito.
Tutto questo però si è tradotto agli occhi dell’elettorato in una perdita totale di identità del partito, in una crisi dei valori, nell’impossibilità di fatto di capire esattamente a che tipo di partito ci si trovasse davanti.
Un’anarchia che è totalmente sfuggita di mano, sia ai responsabili precedenti ed attuali, nessuno escluso. Il Partito Democratico oggi più che mai è una squadra di individualità che giocano solo per sé stesse, completamente disinteressate a dove il contenitore in cui si trovano vada a finire. Ognuno vuole fare gol, ma a nessuno interessa che lo facciano gli altri per il bene del team.
Le ultime elezioni ci hanno raccontato come siano sempre meno i cittadini a cui interessa il Pd, ma il problema vero è che prima ancora che all’elettorato, del partito e della sua ricostruzione non interessa più niente nemmeno ai suoi rappresentanti, escluso qualche ultimo romantico.
In questa città, ci vorrebbe un nuovo modello di partito per ricostruirlo perché ormai è troppo devastato. Tanti errori a catena, tanti sbagli e sbandamenti perché il partito è insicuro e incerto sulla propria identità. Gli sbagli si pagano e Il Pd, il più forte partito del centro-sinistra, ormai, in città e ridotto ai minimi termini anche per colpa di alcuni comportamenti personali inaccettabili di chi lo rappresenta a tutti i livelli.
Mino Mazzeo