DA DOMANI 24 GIUGNO, LA MOSTRA DEDICATA A BANKSY AL MUSEO DIOCESANO
GALLIPOLI – Apre al pubblico da domani alle ore 18:00 a Gallipoli EARLY ARTIST KNOWN AS BANKSY 2002-2007 PRINTS SELECTION, mostra dedicata ad uno degli artisti più iconici del nuovo millennio, che arriva al Museo Diocesiano “Mons. Vittorio Fusco” con una selezione delle sue opere più famose ed enigmatiche: immagini e forme di inaudita potenza etica, evocativa e tematica. La mostra è a cura di Stefano Antonelli e Gianluca Marziani, prodotta e organizzata da S.I.A. srl e MetaMorfosi Eventi, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Gallipoli, dalla Diocesi di Nardò-Gallipoli e dal Museo Diocesano di Gallipoli “Mons. Vittorio Fusco”, in collaborazione con Mostre Lab e Wall Drawings.
Nel cuore del centro storico di Gallipoli, fino al 30 settembre, saranno in esposizione negli spazi del Museo Diocesano di Gallipoli “Mons. Vittorio Fusco”, sede dell’antico Seminario e attiguo alla concattedrale di Sant’Agata, una selezione di serigrafie realizzate dall’artista tra il 2002 e il 2007. Si tratta di immagini tra le più conosciute e simboliche, quelle che hanno decretato il successo planetario di un artista tra i più complessi, geniali e intuitivi del nostro secolo.
«Da un lato egli mette in luce le ipocrisie, le contraddizioni, le disuguaglianze, le disumanità del nostro tempo, dall’altro incoraggia a credere ancora alla possibilità di un mondo migliore. Penso al grande messaggio di pace e all’appello ad una collaborazione tra i popoli che questo artista promuove in giro per il mondo attraverso le sue opere. In particolare, so che è stato, ed è tuttora impegnato, per il dialogo e la pace tra Israele e la Palestina; ha infatti realizzato alcuni graffiti sul lato palestinese del muro tra Israele e Cisgiordania, aprendo degli squarci di cielo sul grigio cemento. Ha fatto anche edificare – come atto provocatorio – un albergo a ridosso del muro, proprio nei pressi di Betlemme», commenta Mons. Fernando Tarcisio Filograna, Vescovo Diocesi Nardò-Gallipoli.
«Gallipoli apre le porte ad una mostra che affascina e incuriosisce tutte le fasce d’età – commenta il Sindaco di Gallipoli Stefano Minerva. – Il Museo Diocesano incontra il mondo della street art, quello dell’arte contemporanea a cielo aperto: un connubio che, siamo sicuri, sarà vincente in questa nuova stagione estiva in cui la città splenderà più che mai». «Accanto alla Girl with balloon Banksy scrisse “c’è sempre una speranza”, una poetica e potente rappresentazione delle emozioni in questo tempo complesso commenta invece il presidente di MetaMorfosi Pietro Folena. – E in un momento di crisi globale così profonda, dopo due anni di pandemia e quando nuovi terribili venti di guerra spirano da Oriente, infuria la guerra nella martoriata terra di Ucraina e la strada del dialogo e della comprensione reciproca sembra stretta, il messaggio di questa mostra è, appunto, semplice: c’è sempre una speranza. Il Museo Diocesano di Gallipoli, anche per l’impegno che Papa Francesco mette su questi grandi temi, ha per sua natura una vocazione al dialogo e all’incontro. Oggi la cultura e l’arte, a partire da quella nata sulle strade, sono i veicoli fondamentali per dialogare».
Le opere in mostra
Esposte alcune tra più iconiche dell’artista, quelle che ne hanno decretato la fama mondiale. Tra queste: Girl with Balloon, Love is in the Air (Flower Thrower), Bomb Hugger, e Toxic Mary.
GIRL WITH BALLOON La “ragazza con palloncino” è forse l’immagine più popolare di Banksy, votata nel 2017, in un sondaggio promosso da Samsung, come l’opera più amata dai britannici. Banksy dipinge per la prima volta Girl with Balloon, con la tecnica dello stencil, in forma non commissionata su un muro al lato di un ponte della zona di Southbank, Londra, nel 2004. L’artista firma l’opera su una cassetta elettrica, situata in basso a destra dell’opera, e accompagna l’immagine con un testo che recita: “C’è sempre una speranza”.
LOVE IS IN THE AIR conosciuta anche con il nome di Flower Thrower (Lanciatore di Fiori) appare per la prima volta nel 2003 come stencil non commissionato a Gerusalemme, sul muro costruito per separare israeliani e palestinesi nell’area della West Bank. Nel corso dello stesso anno realizza l’edizione qui esposta su fondo rosso. Love Is In The Air cita e manipola l’immaginario degli attivisti durante le rivolte universitarie che attraversarono Stati Uniti e Gran Bretagna nel periodo del Vietnam, e prende il titolo da una famosa canzone, pubblicata nel 1977, del cantante australiano John Paul Young. Banksy trasfigura l’estetica e ribalta l’esito violento del giovane militante collocandogli nella mano una figura retorica evocativa di pace e bellezza: il mazzo di fiori.
LOVE RAT I topi sono tra i soggetti più rappresentati da Banksy che su di loro scrive: «Esistono senza permesso. Sono odiati, braccati e perseguitati. Vivono in una tranquilla disperazione tra la sporcizia. Eppure sono capaci di mettere in ginocchio intere civiltà». L’artista coglie un parallelismo tra i topi e la condizione dello street artist e ci mette in guardia dalle tranquille ma ambigue moltitudini. I topi di Banksy sono prelevati dall’immaginario di un altro street artist, il francese Blek Le Rat, che nel corso degli anni Ottanta li dissemina per Parigi con una visione simile a quella dell’artista britannico. Il topo di Love Rat è rappresentato con un grande pennello in mano mentre ha terminato di tracciare il contorno di un cuore rosso su un muro invisibile. Il simbolismo suggerisce che la street art – non importa quanto insignificante possa sembrare a prima vista – è degna di amore e che questi piccoli contributi possono avere un impatto luminoso sulla comunità circostante.
TOXIC MARY/VIRGIN MARY Virgin Mary è anche nota come Toxic Mary a causa del simbolo del veleno sul biberon. Secondo alcuni l’immagine rappresenta una dura critica al ruolo della Religione nella Storia; secondo altri è una critica al modo in cui stiamo educando i nostri figli. L’opera riprende una Madonna con Bambino nello stile del Rinascimento. L’immagine presenta delle colature che riportano un elemento peculiare della street art. É una tipica immagine popolare che Banksy sottopone ad un “détournement”. Si tratta di un processo che consente di sfruttare immagini già cristallizzate nella memoria, manipolandole e collocando elementi che ne mettano in crisi il significato acquisito. L’opera viene presentata per la prima volta nel 2003 come dipinto a stencil su tela nel corso della mostra Turf War.
BOMB HUGGER è un’immagine che parla di guerra e quindi attualissima. Ha un titolo ufficiale e uno adottato dal pubblico: quello ufficiale è Bomb Love. Tuttavia il pubblico lo ha accolto come Bomb Hugger, ovvero, colei che abbraccia la bomba. L’immagine è stata pubblicata in 750 copie serigrafiche da Pictures On Walls, proprio durante le manifestazioni in Gran Bretagna per criticare l’intervento congiunto con gli USA contro l’Iraq. Su uno sfondo rosa pop, una bambina abbraccia una bomba come se stesse abbracciando un orsacchiotto. L’artista sta parlando della guerra nella versione fornita dai governanti e dai media allo scopo di giustificare l’attacco all’Iraq, ovvero, una guerra per “esportare la democrazia”. L’immagine è stata riprodotta in vari formati, è apparsa sui muri di città europee tra cui Berlino, realizzata a stencil ma anche su cartelli distribuiti al pubblico in occasione delle proteste antimilitariste. Seppur risalente al 2000, Banksy documenta alcune Bomb Hugger a stencil monocromo su muro pubblico nel 2003, realizzate nella zona est di Londra e poi a Brighton.
Questa mostra è l’esito di un progetto scientifico, analitico e critico indipendente. L’artista conosciuto come Banksy non è coinvolto nel progetto espositivo, pur essendone stato informato.