BOOM! I RIFIUTI! A Galatone l’ambiente sconquassa la politica

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Diverse gatte da pelare in salsa “green” per Galatone, che in questi giorni fa i conti con le questioni ambientali, legate soprattutto ai rifiuti.
Il fulmine a ciel sereno è il rinvio a giudizio del titolare della ditta Cave Marra, che gestisce l’appalto dei rifiuti, per “emissione di odori molesti” e “gestione di rifiuti non autorizzata”, con la Procura rappresentata dal Pubblico Ministero Alessandro Prontera. Presenti all’udienza del 17 marzo, con l’intenzione di costituirsi parte civile insieme alla Provincia di Lecce, le associazioni Italia Nostra, Galatone Bene Comune e il Comitato Spina-Morrone, composto da residenti dell’area in cui sorge il discusso impianto di stoccaggio (al km 2 della Galatone-Galatina). << Assente il Comune di Galatone, anche esso citato in giudizio come parte offesa, che ha così dato un segnale della rinuncia a difendere gli interessi della comunità >> accusano gli attivisti, sottolineando: << Questo procedimento, a prescindere dalla sua evoluzione, dalla sua durata e conclusione, costituisce l’epilogo di una lunga vertenza affrontata dai residenti e dalle associazioni locali in difesa della salute collettiva >>.
Cave Marra e Comune erano state nel mirino di ambientalisti e residenti poche settimane fa per la richiesta d’ampliamento avanzata dall’azienda, con i cittadini che hanno denunciato pubblicamente non solo le intenzioni dei gestori del sito, ma anche il “silenzio” dell’Amministrazione su come si sarebbe mossa nelle sedi opportune, ricevendo pubblicamente rassicurazioni dall’ente sulla tutela della città. Oggi la polemica sull’impianto ritorna, con gli attivisti che pongono il paragone con le barricate contro la famigerata discarica d’amianto della Rei, accusata in ugual modo di reati ambientali con l’Amministrazione in quel caso costituitasi parte civile.
Anche altri rifiuti sono in questi giorni sul piatto della discussione politica, in questo caso quelli che avrebbe potuto accogliere l’ecocentro intercomunale della Zona Industriale, che stando a quanto sostengono le opposizioni sarebbe già pronto ma non ancora attivo. A puntare i fari è Bene Comune: << Spesi 350mila euro delle collettività, ma l’ecocentro intercomunale in zona industriale non è mai stato attivato >>. A rincarare la dose è la civica Prima Galatone, che sostiene la candidata sindaco Annamaria Campa: << Dopo cinque anni l’Amministrazione Filoni non ha ancora attivato l’ecocentro della zona industriale, già pronto per l’utilizzo fin dall’insediamento. Eppure l’ecocentro per la città rappresenterebbe una valida alternativa ai gesti incivili che vedono le nostre campagne disseminate di rifiuti di ogni tipo, compresi ingombranti, tossici e pericolosi >>.
Con tempismo magico, il giorno dopo le accuse il Comune da notizia di aver << Provveduto a modificare il regolamento del centro comunale di raccolta al fine di far conferire agli utenti TARI, a partire dal 17 Marzo, piccole quantità di materiale inerte e contenitori di vernici utilizzate per il fai da te>> riferendosi però alla struttura già attiva in via Don Mimino Colazzo. Per molti non sarebbe sufficiente. Mentre l’assessore al ramo Roberto Bove schiva le polemiche e si dice tranquillo: << Gli impegni presi con la cittadinanza li abbiamo sempre mantenuti e li manterremo sempre! Tutti i risultati sono visibilissimi, e non mancherò di evidenziare e sottolineare tutto ciò che abbiamo fatto e stiamo facendo>>. La questione rimane aperta, con tante domande a cui ancora si stenta a trovare risposte.