“Le posizioni ascoltate oggi in Commissione sul depuratore di Porto Cesareo da parte della Sezione regionale risorse idriche e da AQP hanno confermato la scelta tecnica di proseguire con la soluzione idraulica che prevede la realizzazione delle trincee drenanti. Tuttavia tale scelta, dopo le determinazioni della Provincia di Lecce, prevede un iter piuttosto lungo, tortuoso nonché incerto rispetto agli esiti positivi della valutazione ambientale. Si è generata una situazione di stallo che non garantisce nel più breve tempo possibile l’attivazione del sistema di depurazione di Porto Cesareo e anche quello di Nardò, considerato che quest’ultimo oggi scarica a mare un refluo di pessima qualità”. Lo dichiara il vicepresidente del consiglio regionale Cristian Casili a margine delle audizioni in V Commissione.
“Su Porto Cesareo – continua Casili – incombe da tempo una procedura di infrazione per l’elevato inquinamento che si genera da anni per l’assenza di un sistema complessivo di scarico e gestione dei reflui. L’obiettivo non è quello delle barricate tra le due comunità coinvolte, ma la ricerca della soluzione più efficace per tutelare le nostre falde e il nostro mare. È noto che quando si affrontano questioni di questo tipo tendono a prevalere posizioni campanilistiche, ma dovrebbe essere chiaro a tutti che quando si parla di ambiente tutto è collegato: il refluo una volta condotto a mare non rispetta confini amministrativi, tantomeno la falda che ad oggi continua ad essere contaminata dai liquami Il nobile obiettivo di riutilizzare i reflui in agricoltura, già attuato su alcuni territori pugliesi, può essere raggiunto solo se tutti siamo compatti nella scelta di modelli idraulici che si adattino alle reali esigenze del territorio”.