Hai un Ronzino al posto del Cuore.
DI GIUSEPPE GRECO
Quando ascolti le parole delle brutte persone capisci che combattere il fascismo con metodi fascisti è fascistissimo. Come forestali piromani questi combattenti appiccano incendi per spegnerli e farsi eroi. Sono fascisti come i ceti a cui appartengono. Fascisti per discendenza o attitudine. Denunciano il clima pesante del paese e poi lo incendiano.
Zittiscono. Giudicano. Emettono sentenze morali. Danno patenti e trasformano il libero pensiero in sport estremo. Scorazzano tra le pagine di facebook, tra i profili social di anziani senza storia, nella piazza virtuale di salentini armati di smartphone e cattiveria.
Se le danno di santa ragione tra post e foto di scosciate donnine attempate.
Aggrediscono. Annichiliscono e sentenziano.
Vedi Drake Masciullo, un signore che ha il nome di un personaggio di libro noir. Soletino, ambientalista e ciclista, atleta raccoglitore di lattine e rifiuti. Segue il sindaco di Nardò come se seguisse un divo ma quando lo ha scritto sul social per lui sono stati guai.
Ogni due parole scatta il terrore. Arrivano a cazziarlo. Cani sciolti. Agiscono come un branco. “Per aver espresso la mia preferenza verso Mellone a Nardò – spiega – ho subito due attacchi volgari e maleducati da parte di due contrari… e poi Pippi Mellone sarebbe il fascista?! Al diavolo sti deficienti della tastiera. Rimossi”.
Prendi l’avvocato Antonio Palumbo, professionista dall’eloquio veloce come Speedy Gonzales e la faccia spigliata come il topolino di Ratatouille.
Anche lui preda dei cani sciolti, vittima dello “squadrismo gentile” degli antimelloniani.
Ha avuto la colpa di citare l’ape della Ronzino in un testo scherzoso ed è partita su di lui la rappresaglia. Una Cura Ludovico imbarazzante e virulenta. Una reazione esagerata. A essere criticata non è stata la candidata dallo scamiciato tiffany green ma la sua “ape da fruttarolo”, nzallanuta e puzzona, che ha rumoreggiato in città adornata di lucette cimiteriali e incerottata di manifesti color enterorgermina. Palumbo è stato aggredito da manganellatori telematici, arrivati tosti a sferzare con parole spinose il giovane avvocato. Ma fin qui tutto bene, tra un insulto, un’amicizia rotta e un tizio bannato.
Ma fin qui tutto bene…. fino alla “mossa del ronzino”.
Lui. Proprio lui. Alfredino Ronzino, grillino di neanderthal, spirito zetetico, libero pensatore, poeta del risveglio nella Nardò addormentata degli anni ottanta. Uno. Uno che alle comunali 2011 sgravò tante preferenze da diventare caso nazionale: 10,39% e 588 voti di lista. Lo sentite anche voi come scampanellano felici 588 voti contro i 309 voti zombie di “Casili+Alemanno”, vero? Alle europee l’Alfredino d’oro fece meglio. Conquistò 26.000 preferenze e un invito a Ballarò, col quale, tra un tranello in studio e la manforte degli odiatori telematici, gli amici di partito se lo cucinarono come un toast. Alla signora Barbarina bastò addentare il toast e dell’Alfredo politico si persero le tracce. Fu naufrago nell’oceano dei cacchi suoi fino al giorno 7 del mese di Ottobre dell’anno 2021, quando proprio lui, Ronzino, ha bevuto un caffé col sindaco Mellone e ha messo le ali.
Colpo di scena. La “mossa del ronzino” è la pubblicazione di un selfie in facebook col quale, shottato stretto con Capitan Mellone e spettinato come Tom Hanks di Cast Away, sconquassa gli animi dei mujāhidīn dell’antimellonismo spinto, strappandoli le budella con un discorsetto zen.
“…nel corso del suo primo mandato l’amministrazione Mellone mi ha sorpreso positivamente, con una giunta monolitica che non doveva sottostare ad alcun ricatto di parte. Un gruppo di amici (anche miei) che ha sfidato l’immobilismo. Ragazzi dalla buona formazione accademica con esperienze extra urbane che studiano i finanziamenti europei e attraggono risorse. Una politica del fare, senza compromessi”. Non contento fa pure un appello alla pace… che è come chiedere ai piranha di farsi vegetariani: “ogni nostra idea può contribuire ad alimentare lo sviluppo ecosostenibile, sociale e culturale della nostra comunità. Se solo ci permettiamo di interloquire con chi ci appare diverso da noi”.
Mitragliato.
Chiedi la pace per chi ha la guerra dentro e non vivrai un solo giorno in armonia col mondo.
Lo squadrone della morte ha sciabolato la testa del povero naufrago a suon di commenti.
Pensate una qualsiasi bassezza. C’è. L’hanno scritta.
Ad un certo punto il lettore ha pensato che ne prendessero le mutande sgommate per appenderle come scalpo sulla emme del giornale di partito. Demolito per aver detto chiaro e tondo che è bella la “città unita”, trasversale e operosa messa in campo dai melloniani.
Una sudiceria indicibile.
Va bene la contrapposizione delle idee, lo stridore dello scontro visionario, il dolore d’avere miseramente perso le elezioni, ma, ve lo dice questa penna, c’è un limite invalicabile ed è quello il sacro pomerio che separa la volgarità dal rispetto, il cinismo dalla dignità umana.
Fatti pecora, Ronzino. Torna indietro. Riavvolgi il nastro e cancella il post, Alfredino. E voi fermatevi tutti, squadristi perfetti, che avete rotto il cazzo.