TUTTI I PARERI: UN CARTELLO A SANT’ISIDORO GENERA MOLTA INDIGNAZIONE
Questo il post social di Vito Berti
“Nardò, Sant’Isidoro
Dalle immagini si evince l’esatto livello di civismo dei responsabili del Comune di Nardò che hanno consentito l’affissione di quel VERGOGNOSO CARTELLO.
CHE IL SINDACO FACCIA TOGLIERE IMMEDIATAMENTE QUEL CARTELLO!!!!”
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Quello che è accaduto sulla spiaggia di Sant’Isidoro a Nardò lascia davvero senza parole.
Stando a quanto si desume da queste immagini che circolano sui social, sono stati piantati dei paletti che con una cordicella delimitano un’area della spiaggia- ma forse sarebbe meglio chiamarlo “ghetto” – dove un cartello ben in vista spiega che è “riservata ai soli disabili”.
Voglio anche comprendere le buone intenzioni che ci sono dietro, ma è inaccettabile una cosa del genere.
Le persone con disabilità hanno bisogno di ingressi facilitati in spiaggia, in TUTTE le spiagge e non di un’area isolata e recintata.
Sarebbe interessante capire chi ha autorizzato una roba simile, e perché.
I cartelli posizionati lungo l’area sono del tutto fuorvianti e discriminanti perché invece di indicare una possibilità di accesso facilitato destinata al pubblico e predisposta proprio per i disabili, sembrano siano utilizzati per descrivere un’area demaniale chiusa in cui non sono ammessi tutti i visitatori ma solo persone con determinate qualità soggettive.
Episodi come questo purtroppo ci confermano nella necessità di portare avanti un impegno forte e deciso per superare stereotipi e pregiudizi insopportabili.
Vista la gravità del caso, in questi giorni presenterò un’interrogazione in commissione affari sociali proprio per fare chiarezza sul caso e chiedere la rimozione dei cartelli ritenuti offensivi e contrari alla legge.
Soave Alemanno
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Prima di affrontare ogni polemica o discussione occorre conoscere i fatti e la realtà dei luoghi.
Stiamo parlando dell’unica spiaggia completamente attrezzata a servizio di persone con disabilità, realizzata grazie ad un finanziamento regionale dedicato. Un’esperienza completamente nuova per il territorio.
Chiarisco subito che i cartelli, che miglioreremo per rispettare la sensibilità di tutti, sono stati installati poiché della gente maleducata occupava quello spazio senza diritto mentre la delimitazione è un obbligo di legge, previsto per identificare l’area in concessione.
Purtroppo, nonostante l’area sia evidentemente inclusiva e pensata per riservare maggiore cura alle persone più bisognose di attenzioni, in queste settimane il buon senso di alcuni gruppi di bagnanti è venuto a mancare. Per questo chi gestisce il lido ha dovuto, ripetutamente, discutere con gli avventori della spiaggia, i quali non hanno accettato di vedersi privati di un piccolo fazzoletto di sabbia riservato a chi ha meno possibilità di scelta.
La sensibilità su questi argomenti non è evidentemente così diffusa.
D’altronde siamo passati dall’estrema indifferenza per questi argomenti ad una attenzione spinta, come quella che abbiamo profuso noi in questi anni. Non occorre ricordare, infatti, che questa amministrazione si è presa la responsabilità di trovare soluzioni e realizzarle. C’è qualche amministrazione che in passato si è fatta carico del problema? La risposta è semplice: no.
Per questo, dopo alcune settimane di utilizzo, è stato evidente che – come accade per i campanelli, gli ascensori, gli scivoli ed ogni altro ausilio necessario ad una migliore accessibilità e convivenza – occorreva segnalare con dei cartelli per contrastare l’arroganza di chi non voleva aver rispetto delle persone disabili. Sono cartelli che miglioreremo ma dei quali purtroppo non si potrà fare a meno per le ragioni esposte. Quei cartelli, infatti, sono stati installati su sollecitazione delle persone diversamente abili e degli accompagnatori perché, come accennavo, diversi fruitori della spiaggia sono poco attenti e non rispettano pedane, passaggi dedicati, ecc. C’è stato chi, ad esempio, ha voluto stendere il proprio asciugamani sulla pedana in legno e poi si è rifiutato di spostarsi per far passare una persona con difficoltà di deambulazione. Per questo su due dei quattro lati dell’area in concessione abbiamo dovuto installare – come previsto dalla legge per ogni stabilimento balneare – una delimitazione.
Al signor Berti, che probabilmente non ha visto dal vivo la spiaggia attrezzata ma quasi certamente solo queste foto che artatamente catturano solo una parte dell’area dedicata , consigliamo di fare una visita di persona: i gestori sono le nostre orecchie e i nostri occhi sulla spiaggia e saranno ben lieti di accogliere suggerimenti e consigli, così come facciamo ogni giorno noi.
Maria Grazia Sodero
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Gentile Assessora,
da persona con disabilità qual io sono e da “Garante dei diritti delle persone con disabilità” operante presso il Comune di Leverano, mi permetto di farle pervenire un mio personale punto di vista sulla questione in esame.
Si tratta di stabilire se l’espressione utilizzata nei cartelli in foto: “SPIAGGIA PER DISABILI” sia o meno lesiva della dignità umana così come denunciato dal cittadino Vito Berti.
La questione si presta ad essere risolta dal combinato disposto degli artt. 2 e 3 Cost.; dall’intera impalcatura normativa consacrata nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità ratificata dall’Italia con la Legge 3 marzo 2009, n. 18. nonché, da ultimo, dalla metodologia progettuale che ne è scaturita, denominata “Universal design”.
In base al materiale normativo appena enunciato, allo scopo di garantire la mobilità personale, la vita indipendente e l’inclusione sociale della persona, gli ambienti di vita devono caratterizzarsi per un loro utilizzo aperto a qualsivoglia individuo a prescindere dalle diverse abilità che lo contraddistinguono.
Detto in altri termini, se è vero come è vero che, tutti i cittadini hanno pari dignità sociale senza distinzione
di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche
e di condizioni personali e sociali, va da sé che tale dignità va quotidianamente costruita nella relazione con “l’altro”. Ovunque si svolga la sua personalità. Senza barriere, ghettizzazioni o etichettature di sorta.
In base a quanto sopra esposto, dunque, la invito caldamente a correggere il grossolano errore e a prestare orecchio alla voce di un libero cittadino poiché, in sua funzione, sia io che lei (nei nostri rispettivi incarichi) ci troviamo a svolgere il nostro quotidiano lavoro.
Con rispetto, le rivolgo i miei migliori saluti.
Paolo Paladini
(Garante delle persone con disabilità presso il Comune di Leverano)
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È inaudito e vergognoso che un’amministrazione individui uno spazio riservato ai diversamente abili e lo segnali in questo barbaro modo.
Attrezzare le spiagge per renderle fruibili a tutti è una cosa sacrosanta. Pubblicizzarlo in questo modo offensivo è invece semplicemente inaccettabile.
L’inclusione passa anche dalle parole e ad oggi quel cartello a Sant’Isidoro rende quel luogo un ghetto, riservato alle persone diversamente abili.
Quel cartello va immediatamente rimosso, come già denunciato e richiesto da Vito Berti. La spiaggia va lasciata fruibile a tutti, con tutti i servizi per diversamente abili, ma l’informazione va fatta in altro modo sicuramente più rispettoso e civile.
Carlo Falangone
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Ho letto il post del mio amico Vito Berti e visto le foto vergognose di un recinto con il cartello “Spiaggia per disabili” fatto apporre dal Comune di Nardò.
Sono rimasta senza parole. È questa l’inclusione sociale a cui vogliono abituarci? È questo il modo in cui garantire i diritti di uomini, donne e bambini in carrozzina?
Nel nostro programma il capitolo sull’abbattimento totale delle barriere architettoniche è lungo e ambizioso, tiene conto finalmente della voce di chi la disabilità la vive.
Per capire la disabilità ci vuole empatia, ascolto, ci vuole accompagnarsi al disabile, non solo studiare normative e garantire il minimo indispensabile.
Ma cosa ci potevamo aspettare da questa amministrazione che, sul lungomare più bello d’Italia, ha previsto i parcheggi per disabili che si aprono su marciapiedi e aiuole?
Oltre all’abbattimento delle barriere architettoniche, abbiamo previsto la creazione di una posizione ad hoc nell’organico del Comune.
Nella città che amministreremo, la disabilità non sarà più un’incombenza a cui far fronte, ma un valore, un bene comune.
Stefania Ronzino
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I disabili meritano di accedere alle spiagge nel modo più confortevole possibile, e non di essere rinchiusi in un recinto da stia delle galline: quegli orribili cartelli sul litorale di Sant’Isidoro, peraltro targati Comune di Nardò (“Spiaggia per disabili”) vanno rimossi al più presto.
Non solo sono disgustosi e lesivi della dignità dei disabili, ma non rispettano le norme di Legge che prevedono inclusione e non separazione. Fra le numerose carenze della Giunta Mellone, una delle più evidenti è la mancanza di tutela organica delle fasce deboli, frutto della mancata attuazione di norme esistenti sin dal lontano 1986. La Legge 41/1986 introduce infatti l’obbligo della redazione dei PEBA (piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche), rivolti al superamento delle barriere architettoniche in edifici pubblici, privati ad uso pubblico e contesto di pertinenza dei medesimi edifici, e la Legge 104/1992 introduce i PAU (piani di accessibilità urbana), estendendo l’obbligo di accessibilità a tutti gli spazi urbani (strade, piazze, parchi, giardini, arredo urbano, parcheggi, trasporto pubblico, etc.) e, come in questo caso, anche alle spiagge. L’attuazione dei piani e la presenza di progetti che tengano in considerazione l’eliminazione delle barriere architettoniche, costituisce, peraltro, titolo preferenziale per ottenere finanziamenti pubblici: regionali, nazionali e comunitari.
Quanto ai cartelli della vergogna sulla spiaggia di Sant’Isidoro, Mellone disponga immediatamente la rimozione”.
Mino Frasca
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Questo cartello non è un semplice avviso, spregevole ed umiliante dei diritti e della dignità delle persone disabili, ma un tratto distintivo della sciatteria amministrativa che ha tenuto la Città stretta in una morsa negli ultimi cinque anni. Non è la prima volta che accadono fenomeni di questo genere, che con modi più o meno sensibili categorizzano la nostra comunità. Come dimenticare le pubbliche esternazioni di un rappresentante della maggioranza che scrisse senza tanti giri di parole “li conosciamo bene quelli dell’opposizione.. sono schedati”. E ancora il manifesto a firma del sindaco uscente in cui chiedeva pubblicamente alla Città di schierarsi con lui o contro di lui.
Sono stati cinque anni di divisioni, in cui persino le famiglie hanno subito le ripercussioni di una costante macchina da scontro personale, quasi mai politico, che ha incrinato anche rapporti profondi.
Di fronte a questo cartello, l’amministrazione comunale e il sindaco avevano un unico e semplice obbligo morale e civile: chiedere scusa e farlo rimuovere, così come aveva richiesto per primo Vito Berti in modo diretto ed educato. Hanno preferito, invece, gettarla in caciara elettorale, arrampicandosi sugli specchi, annacquando quello che è un tema, quale la disabilità, sul quale non occorrono frasi retoriche e luoghi comuni, ma atti concreti.
Hanno perso un’occasione, l’ennesima, per smentire il loro senso di onnipotenza e arroganza nella gestione della cosa pubblica.
Lorenzo Siciliano