AVVOCATIDEICONSUMATORI NARDÒ: I MOTIVI DETTAGLIATI PER I QUALI L’ASSOCIAZIONE NON HA PARTECIPATO ALLA MANIFESTAZIONE DEI COMMERCIANTI
Mi chiedono perché non abbia condiviso, del mio paese, l’inutile protesta di piazza organizzata nei giorni scorsi per alzare la voce contro il Governo centrale e contro le chiusure che proseguono ormai da oltre un anno a causa della pandemia da covid. La risposta è semplice: perchè alla manifestazione di sfogo momentaneo devono seguire le azioni concrete. Altrimenti è solo una ennesima perdita di tempo, in primis proprio per esercenti, artigiani e commercianti che non meritano pure questo.
In quasi tutte le parti d’Italia, i cittadini, hanno espresso il loro dissenso ma contestualmente hanno protocollato le richieste. Nel mio paese non è successo, probabilmente si è erroneamente ritenuto che potesse bastare parlare in piazza ad un microfono e poi rincasare felici, contenti ed appagati. A Senigallia, faccio giusto uno dei tanti esempi, ristoratori e imprenditori sono passati dalla piazza a farsi immediatamente poi ricevere, in delegazione, dal sindaco Massimo Olivetti e dalla giunta: tra le richieste, l’immediata convocazione di un tavolo tecnico.
I più hanno facilmente compreso che ristoratori, baristi, commercianti, gestori di palestre e altri titolari di partite iva, dopo aver aperto gli striscioni di protesta in piazza, dovevano poi passare alle proposte fattive, così hanno pensato utile la richiesta di apertura di tavoli tecnici locali, regionali e nazionali in cui poter trovare soluzioni alle proprie difficoltà che rischiano di diventare una vera e propria tragedia economica e sociale per la propria città ma non solo.
Pertanto, quando ci si riunisce in loco (si spera sempre ben distanziati!!!) con striscioni e cartelli, non è che si possa sperare soltanto che il Governo di Roma stia a sentirci, perchè è semplice ipotizzare che così non è. Bisogna allora cogliere l’occasione di sensibilizzare il mondo più vicino, cioè quello politico cittadino sulla grave crisi che sta investendo ben più del solo settore ristorativo.
Anche senza che vi fosse stato il raduno di piazza a Nardò, ognuno di noi era già consapevole delle reali e difficili condizioni in cui versano molti operatori!! Occorreva pertanto offrire la possibilità di quella volontà di aiuto in più – che non vi è stata – attraverso la proposta di ottenere un incontro con il sindaco e la giunta cittadina, perché la vicinanza e la solidarietà si traducano in spinta politica alla ricerca di soluzioni concrete, come la riapertura in sicurezza delle attività, lo sblocco di ristori dignitosi e l’abbattimento di tasse comunali, ad aiutare chi, notoriamente, è oggi più in difficoltà. Insomma, quando si protesta, lo si fa per essere ascoltati e per portare a casa un risultato o, perlomeno, sapere di averci provato, ritenendo che sia solo l’inizio di una serie futura di concludenti iniziative. Altrimenti si rischia di trasformare una protesta di piazza da legittima ad inutile.
Ogni città in pacifica rivolta, tranne Nardò, ha facilmente compreso che, un nodo importante, sarebbe proprio stato l’accordo sulle spese, tasse e mutui sospesi: con la riapertura dei locali molte di queste voci torneranno a pesare seriamente sui bilanci già azzerati di molte famiglie, legando alla crisi economica anche emergenze sociali. Per questo hanno prima “sbraitato” per strada ma poi hanno preteso ed ottenuto di essere ricevuti, in delegazione, in aula consiliare dai rispettivi sindaci e dai componenti della giunta. Ottenendo, udite udite, il risultato di importanti contribuzioni a favore delle imprese rimaste chiuse e non solo del mondo della ristorazione, ma soprattutto sono riusciti a strappare la fondamentale disponibilità dei loro primi cittadini alla CONCERTAZIONE.
Così, i manifestanti, già da oggi sono al lavoro per organizzare tavoli tecnici locali e persino, in alcuni casi più fortunati, con la Regione di appartenenza, perché sono consapevoli che ne va del futuro della loro città e dei loro figli. Sensibilizzare il sindaco, difatti, anche a Nardò sarebbe stato un importante segnale, in quanto è in primis costui che si dovrebbe battere perché arrivino subito ristori importanti e non simbolici.
Quindi, ribadisco, che a manifestare siamo bravi tutti. Ma poi devono seguire le proposte.
Moira Epifani, Ass. Avvocatideiconsumatori Nardò