IL CASO BIBLIOTECA SI SCATENA SUI SOCIAL: MAURO MARINO, NO ALLA CHIUSURA DELL’EX-CRSEC
Nardò è la seconda città del Salento. Città bella con una grande storia, un bellissimo e sontuoso borgo antico testimone di un passato nobile e di una forte tradizione intellettuale e poi, a renderla unica, la sua straordinaria prossimità con il mare, un tratto di costa tra i più belli del Salento con le ville di Le Cenate, la campagna selvaggia e mitica dell’Arneo. Tanto altro…
Ora accade che uno dei centri culturali più importanti della città è sotto minaccia: la Giunta Comunale si è espressa per la chiusura della biblioteca che abita nel Chiostro dei Carmelitani, uno dei luoghi più suggestivi di Nardò, all’atto manca solo la firma del Sindaco.
L’intenzione è quella di non rinnovare la convenzione con la Regione Puglia per il mantenimento dell’attività dell’exCrsec.
Nel prossimo futuro c’è l’intenzione di assumere il patrimonio librario per implementare la biblioteca comunale attualmente chiusa per lavori. La seconda città del Salento rimarrà, dunque, senza biblioteca e i tre operatori che storicamente hanno gestito le attività di animazione culturale rimarranno senza spazio, senza libri, senza funzione e senza lavoro. Tanto a che servono? Si dimentica il valore di quanto sinora è stato fatto e, peggio ancora, si dimentica che i libri non si possono separare dalle persone che li hanno curati, accuditi, divulgati. Le persone si affezionano ai libri e i libri si affezionano alle persone. Nella Regione che, unica in Italia, ha investito ingenti somme di denaro sulla creazione delle Biblioteche di Comunità non si può pensare di scindere una relazione di conoscenza e di accudimento senza chiedere il permesso ai cittadini. Non si può interrompere un’attività, una presenza di cultura per un calcolo economico e ancora peggio politico.
I bibliotecari, gli operatori culturali sono una risorsa che non si può dismettere per un capriccio. È importante riflettere, ponderare le scelte, capire come conservare e rilanciare quell’attività, tutelando l’operosità e la specifica preparazione di chi con il lavoro ha sinora garantito la qualità di un servizio vitale per la comunità.