“POCO TEMPO, POCHE INFORMAZIONI E NESSUN COINVOLGIMENTO SUL FERMO PESCA”
Fermo pesca, protesta la Consulta della Pesca del Comune di Nardò, che lamenta il mancato coinvolgimento dei pescatori nella programmazione e gestione del divieto.
“A ottobre – spiega il presidente della Consulta Marcello Peluso – l’Area Marina Protetta Porto Cesareo ha inviato alle cooperative di pesca operanti nella riserva un’e-mail molto striminzita con la quale chiedeva di manifestare la volontà di adesione ad un fermo di pesca “volontario” nella marineria. Il messaggio riportava solo la durata del fermo, coincidente approssimativamente con il mese di novembre, e un potenziale indennizzo per pescatore, che volontariamente avesse deciso di fermarsi, pari a circa 1000 euro. Sulla base di una serie di valutazioni, alcune soggettive e altre oggettive come la carenza di informazioni chiare, diversi pescatori avevano inizialmente deciso di non aderire al fermo pesca. Pochi giorni prima dell’avvio del fermo, anzi addirittura poche ore prima, si è scoperto che da “volontario” è diventato “obbligatorio”. Infatti, un provvedimento dell’AMP, su specifica richiesta dei competenti uffici regionali, emanato il giorno prima, vieta la pesca professionale (e non sportiva) in tutta la riserva marina dal 6 novembre al 6 dicembre. Come noto, le barche da pesca di Porto Cesareo ormeggiano al centro della riserva marina e il vincolo determina l’impossibilità di uscire a pesca per i pescatori professionisti (e non per gli sportivi) che non avevano intenzione di aderire (circa il 25%). E che poi hanno cercato, invano, di persuadere gli enti preposti a consentire un fermo pesca volontario, proprio come è stato per gli anni scorsi.
Peraltro – continua – è solo di pochi giorni fa la Determinazione del Dirigente della Regione Puglia (n. 485 del 9 novembre) con cui è stato approvato l’Avviso pubblico per l’accesso al sostegno economico relativo al fermo pesca nelle Aree Marine Protette di Torre Guaceto e di Porto Cesareo, rivolto ai pescatori autorizzati a svolgere l’attività di pesca professionale. Sui siti istituzionali, nonché su tutte le altre forme di comunicazione, si legge che lo scopo dell’iniziativa è di assicurare un sostegno economico al settore produttivo pugliese della pesca, specificatamente alle imprese di pesca autorizzate a svolgere l’attività di pesca professionale nelle due Aree che intendono effettuare un periodo di fermo pesca da novembre a dicembre 2020.
Ovviamente – conclude Marcello Peluso – è indiscutibile l’importanza dei riposi biologici, ma questa iniziativa è stata gestita male sin da principio, poco tempo per organizzare, poche informazioni e zero coinvolgimento dei pescatori. Si auspica, pertanto, che le future analoghe iniziative possano essere opportunamente programmate e gestite con il pieno coinvolgimento dei pescatori professionisti e magari estendendo il fermo biologico a tutte le forme di prelievo, inclusa la pesca sportiva”.