LETTERA – “QUELLA DI EMILIANO NON È STATA SOLO IMPRUDENZA”
“Caro direttore, quella di Emiliano non è stata solo imprudenza”.
Quella del Presidente, della giunta Regionale Pugliese, non è stata imprudenza, quando quest’estate invitò gli italiani a venire in Puglia a trascorrere le vacanze. Ma una tattica politica per porre il suo interesse elettorale, davanti al diritto di salvaguardare la salute di tutti noi.
Il Salento anche quest’anno, per carenza di senso dello stato di un Presidente di Regione, è stato meta estiva di migliaia di giovani.
A Gallipoli, che è finita sui giornali per il djset della celebrità Bob Sinclair con 2mila persone – come confermò il sindaco Stefano Minerva, c’era allo studio l’ipotesi di impiegare vigilantes per contenere l’affollamento di gente nei locali notturni della città, sulla litoranea, sui lidi e sulle spiagge libere.
«Il problema è generale – spiegò il primo cittadino di Gallipoli –. In questo periodo di Covid ci sono 100mila persone che dormono insieme e camminano insieme in un paese che ne conta 20 mila. Questo costituisce un problema».
Un Presidente che a giugno dice: “la Puglia è Covid-free”, invita gli italiani a venire da noi a trascorrere le vacanze, al posto di parlare di prevenzione, di prudenza, di mascherine anche all’aperto, di distanziamento sociale. Ha svolto il ruolo di un “mercante” che apre le porte della sua bottega a tutti, per non perdere “la clientela”. E molti giornali nazionali gli hanno offerto sostegno, senza pensare alle disastrose conseguenze di oggi.
Tutto questo nella speranza di prendere più voti, e vincere le elezioni. E così è stato. Nessun avversario politico gliel’ha contestato. Da maggio a settembre tutti i politici, i direttori generali della asl, gli amministratori pugliesi, che oggi cercano affannosamente di reperire strutture sanitarie e posti-letto, hanno dimenticato o trascurato che quest’estate c’era una pandemia in corso.
Si è fatto finta di non ascoltare le previsioni degli scienziati che parlavano, già a maggio, di seconda ondata come più aggressiva della prima. Un temuto aumento dei contagi, che stiamo dolorosamente scontando adesso (se siamo zona arancione è anche per questo motivo) e nessuno dei politici in campo si è sognato di protestare.
Con un sistema sanitario regionale precario, non abbiamo i mezzi e le strutture sanitarie necessarie e sufficienti per fronteggiare il covid. La scellerata chiusura negli ultimi 15 anni di Presidi Ospedalieri, zonali e provinciali, che anche Emiliano ha contribuito a sopprimere. Per la ostinata ed egoistica legge di pareggio dei bilanci che ha voluto cancellare la sanità pubblica.
Infatti adesso chiedono ai privati di mettere a disposizione posti-letto. Vergogna!
Chiudono le scuole, senza dati certi, in modo sconsiderato, già valutate dagli esperti come misura del tutto sbagliata per contenere la diffusione del covid-19. Non c’è incidenza tra apertura degli istituti scolastici, ed aumento dei contagi. E lasciano così quel settore nel caos, tra ricorsi ai Tar e ordinanze pasticciate.
A conforto di tutto questo si è voluto sottovalutare le parole e raccomandazioni degli esperti.
- Ricciardi, rappresentante italiano presso il consiglio dell’OMS dice: “Non è la scuola ma la movida la causa del boom di contagi”.
Il consulente del governo, per l’emergenza Covid, continua: «Il virus è sempre lo stesso, ha subìto piccole mutazioni che però non ne hanno variato la virulenza e la patogenicità».
Dalla movida alla “Covida”, come l’ha già ribattezzata qualcuno, il passo è breve. Ed evidentemente alcune cose non sono ancora chiare a molti giovani, e non solo, visto che fino ad oggi si assembrano sui corsi e nelle piazze, come non lo erano quest’estate quando il Presidente di questa regione gli aveva “permesso” di riunirsi per le vie delle città, nelle discoteche all’aperto e sulle strade delle località turistiche: il virus continua a circolare, non è diventato «più buono», e gli esperti non hanno fatto che ripeterlo subito dopo la riapertura del primo lockdown di marzo.
Emiliano non è solo imprudente.
Maurizio Maccagnano, sindacalista dissidente