FORMAZIONE PER IL MADE IN ITALY, ANCHE NARDÒ NELLA “RETE”
Nardò fa “rete” sulla formazione nell’ambito della moda in Puglia. Il Comune di Nardò ha aderito, come socio fondatore, al partenariato che porterà alla nascita di un nuovo istituto tecnico superiore pugliese nell’ambito specifico del “sistema moda” che si chiamerà ITS “Tecnologie e Innovazione per il Made in Italy”.
Un partenariato pubblico e privato che vede insieme, tra gli altri, l’IISS “Ettore Majorana” di Martina Franca (ente capofila), l’IISS “Don Tonino Bello” di Tricase, il Politecnico del Made in Italy, che è il consorzio di aziende specializzate nelle filiere dell’abbigliamento con riferimento i poli industriali di Nardò e Casarano. Il progetto aderirà alla manifestazione di interesse della Regione Puglia per la costituzione del nuovo istituto. Nei giorni scorsi si è tenuta a Martina Franca una riunione operativa a cui hanno partecipato anche l’assessore allo Sviluppo Economico Giulia Puglia e l’imprenditore neretino Luciano Barbetta.
Questo nuovo “indirizzo” formativo risponde alla domanda sia delle imprese, che necessitano di tecnici capaci di presidiare e gestire processi organizzativi e produttivi, sia dei giovani, che intendono inserirsi all’interno di contesti lavorativi complessi. Gli ITS, non a caso, sono scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica che risultano particolarmente adeguati a questo ambizioso progetto. In Puglia, peraltro, le manifatture-moda giocano un ruolo cruciale per lo sviluppo socio-economico del territorio in termini di opportunità occupazionali, fatturati aziendali e prospettive di crescita.
“L’obiettivo – spiega Giulia Puglia – è quello creare una nuova generazione di figure altamente specializzate e pronte a entrare nel mondo del lavoro. Nardò è città a vocazione manufatturiera nel settore moda, in una regione che è tra le cinque più importanti in Italia in questo ambito e che produce capi d’abbigliamento e calzature che raggiungono tutti i mercati mondiali. Le aziende devono poter contare su personale tecnico specializzato per soddisfare le esigenze presenti e quelle future di un mercato in cui la competizione è sempre più globale e sempre più posizionata su aspetti qualitativi. A Nardò, dopo il Politecnico del Made in Italy questa è l’iniziativa storicamente più utile a un comparto rilevante per la sua tradizione, per il numero di imprese e addetti e per i volumi di fatturato. Una scelta intelligente, che mi rende orgogliosa da amministratore locale, da imprenditrice da ex studente dello Ied di Milano”.
In concreto, si tratterà di corsi di durata biennale che porteranno alla formazione specialistica di tecnici per la progettazione e sviluppo del prodotto, per il coordinamento ed organizzazione dei processi produttivi, per la realizzazione di prototipi manuali e digitali, per l’assemblaggio del prodotto moda, per la gestione, conduzione, manutenzione di macchinari, per la nobilitazione degli articoli (calzature, pelle, tessuti, ecc.), per la comunicazione e marketing del prodotto moda, per la commercializzazione e internazionalizzazione del prodotto moda, per la gestione, controllo e misurazione delle performance.
Sarà cruciale la presenza del Politecnico del Made in Italy, che ha già sviluppato un modello di formazione specialistica post-diploma per tutte le figure tecniche specializzate del settore moda. Un centro di formazione unico in tutto il centro e sud Italia per la formazione nelle filiere dell’abbigliamento e della calzatura, oltre che per le dotazioni tecniche e software specialistiche per il settore moda. Da 5 anni il Politecnico del Made in Italy eroga percorsi formativi che hanno consentito l’ingresso nel mondo del lavoro al 90% dei partecipanti di ogni corso.
“Finalmente avremo un ITS per la formazione di alto livello nel settore moda, abbigliamento e calzature – ha dichiarato Luciano Barbetta, amministratore unico della “Luciano Barbetta srl” e presidente della holding di famiglia – anche se siamo consapevoli che il percorso, come tutti i percorsi ambiziosi, sarà inevitabilmente lungo. Un istituto che nasce in un contesto territoriale in cui ci sono tantissime aziende che fanno della manodopera e dei propri tecnici la loro grandissima forza, “mani” sapienti che occorre integrare e, al termine dei rispettivi percorsi professionali, sostituire”.