«MELLONE ATTACCA LA STAMPA CHE HA DATO NOTIZIE VERE E “SCARICA” DIRIGENTE E ASSESSORE»
Salvatore Falconieri
Segretario Cittadino Partito Democratico – Nardò
Non avrei immaginato di dover intervenire a nome del Partito Democratico per ribadire al sindaco Mellone principi preziosi quanto elementari di ogni democrazia: libertà di espressione, libertà di stampa, libertà di parola. Non posso infatti ignorare – tra le tante sue affermazioni trasmesse su Facebook sabato scorso a commento di vicende giudiziarie che lo riguardano – l’“invito” del sindaco ai cittadini-lettori a strappare la pagina neretina di una gloriosa testata giornalistica meridionale, La Gazzetta del Mezzogiorno. Giornale ritenuto “colpevole” di aver dato per primo la notizia di indagini della Questura di Lecce circa una presunta “parentopoli” instauratasi a Nardò con Mellone sindaco. L’invito a strappare la pagina di un giornale è di una tristezza infinita. Esistono norme, codici e regole per replicare, anche a muso duro, a questo o a quellarticolo, a questo o a quel cronista. Non è vietato contestare l’attività giornalistica. Anzi, capita spesso a chi ricopre cariche pubbliche. Se Mellone ritiene di essere stato diffamato, calunniato, ecc. può rivolgersi alle autorità competenti anziché invitare all’odio sociale e a improbabili roghi che richiamano la Germania nazista.
Il sindaco fra l’altro mette in un unico calderone notizie di stampa (rivelatesi vere), attività politica dell’opposizione e informativa della Questura. Gli ricordo che il faldone relativo alla sua Amministrazione imparentata con soci di ditte e cooperative che hanno lavorato per il Comune è della Divisione Anticrimine della Polizia e non del giornalista, né tantomeno dell’opposizione. Dalla minoranza notiamo che alla sola notizia di presunti reati, Mellone senza perdere tempo prende immediatamente le distanze dal dirigente che ha firmato uno degli atti finiti all’attenzione della Questura e poi afferma di essere venuto a conoscenza solo in seguito della parentela fra un suo assessore e i soci di una ditta. Uno scaricabarile da parte del primo cittadino che dovrebbe far riflettere assessore e dirigente. Infine, il sindaco nei giorni pari descrive come “morta” l’opposizione, nei giorni dispari la ritiene in grado di allestire vicende giudiziarie gigantesche. La confusione di Mellone comincia a essere preoccupante.