Dopo circa quattro anni dal suo ultimo capolavoro, Luca Medici, in arte Checco Zalone, batte se stesso nelle sale cinematografiche, “sbancando” al botteghino con un film che fa nuovamente discutere.
Fin dal trailer “Immigrato” (…una geniale trovata di marketing? n.d.r.), la pellicola ha creato una grande divergenza di vedute, dividendo le platee su temi di pericolosa attualità.
Realtà o finzione? Genio o pazzia? Fatto sta che Zalone riesce a trattare con spudorata naturalezza temi come: Lega e gay in “Cado dalle nubi”, il terrorismo islamico in “Che bella giornata”, le divergenze delle coppie separate ed i vizi e virtù della classe operaia e imprenditoriale in “Sole a catinelle”, l’attaccamento italico al posto fisso statale in “Quo vado”.
In sala, da subito ci rendiamo conto che, come dichiarato dallo stesso Checco Zalone, “il trailer non c’entra niente con il film… lo avevamo pensato come promozione, senza immaginare il polverone che si sarebbe sollevato”. Al contrario il film è decisamente schierato contro la xenofobia di questi anni ed è, senza dubbio, il film più maturo di Zalone se non proprio il migliore.
E’ un film completamente diverso dai precedenti e non di immediata comprensione. Narra di una realtà molto più dura, diretta, coraggiosa degli altri film del comico barese; infatti in Tolo Tolo, Checco Zalone mantiene il suo solito sguardo “finto ingenuo” sul mondo, per scardinarne i pregiudizi. È anche, però, un film in cui si ride meno, e non a crepapelle, rispetto agli altri: piuttosto si sorride, un po’ a denti stretti, perché quello che vediamo è la triste realtà.
G.C.