L’amministrazione comunale ha affidato alla ditta Lecci Costruzioni & Co. di Matino i lavori di riqualificazione ed efficientamento energetico del Museo della Memoria e dell’Accoglienza di Santa Maria al Bagno. Com’è noto, il Ministero dello Sviluppo Economico ha assegnato al Comune di Nardò un contributo di 130 mila euro per la realizzazione di progetti relativi all’efficientamento energetico e allo sviluppo sostenibile, in particolare degli edifici pubblici. Si tratta di risorse previste dal decreto legge n. 34 del 30 aprile 2019 (cosiddetto “Decreto Crescita”), poi convertito con la legge n. 58 del 28 giugno 2019. L’amministrazione comunale ha deciso di utilizzare queste somme per il Museo della Memoria, visto che l’immobile che lo ospita presenta elementi di deterioramento strutturale e non risulta perfettamente adeguato dal punto di vista energetico e della sostenibilità. Il progetto, dell’importo di 178 mila 250 euro, è stato redatto dall’ingegnere Vincenzo Urso. L’amministrazione ha previsto la copertura dell’importo eccedente il finanziamento, cioè 48 mila 250 euro, con le risorse del D.M. 16 febbraio 2016 (cosiddetto “Conto Termico”). L’affidamento è avvenuto con il ribasso del 36,2% (oltre oneri e Iva) e quindi per complessivi 100 mila 688 euro.
“Rafforziamo il Museo della Memoria – dice il sindaco Pippi Mellone – uno dei nostri più importanti attrattori culturali, che ogni giorno richiama turisti, studiosi della “memoria”, esperti, curiosi, da ogni parte del mondo. Un investimento chiaro e massiccio sia sull’asset immobiliare dell’ente che su quello culturale, frutto anche in questa occasione del lavoro instancabile della giunta, degli uffici e del mio staff che in questi pochi anni ha portato in città una mole incredibile di risorse economiche, che non sono debiti contratti dal Comune come qualcuno miseramente va a raccontare ai neretini, prendendoli in giro. Per altro verso, mi sento di ringraziare la Regione Puglia per le opportunità che presenta ai Comuni e in particolare l’assessore Loredana Capone per la sensibilità con cui sta gestendo il suo settore, che fa da volàno per l’industria culturale della Puglia”.
“Sono risorse provvidenziali – dice l’assessore con delega ai Musei Mino Natalizio – perché migliorano strutturalmente l’immobile, rendendolo energeticamente efficiente e quindi pienamente adeguato alla esigenze di chi vi opera e dei tanti visitatori. Ma sono molto importanti perché ci consentono anche di salvaguardare i murales, una delle testimonianze più preziose che abbiamo nel nostro patrimonio storico e culturale. Il museo, peraltro, negli ultimi tempi sta riscuotendo un successo crescente in termini di presenze e di apprezzamenti”.
Le novità per il Museo, infatti, non finiscono qui perché la Regione Puglia ha finanziato con 33 mila euro (derivanti dalla strategia “La cultura si fa strada”) il progetto di salvaguardia e conservazione dei tre murales dell’artista ebreo-rumeno Zvi Miller sui quali il Museo è nato, raffiguranti il candelabro a sette braccia (la Menorah, simbolo di fede e di speranza), una moltitudine di persone che muove dal Salento verso la Terra Promessa, un soldato armato con divisa inglese e una giovane donna che pronuncia la frase “Pithu she’arim”, cioè “aprite le porte”. Unici nel loro genere, si caratterizzano per l’alto valore documentale, essendo la sola testimonianza di tipo grafico esistente in Europa dell’Aliyah Bet, del viaggio che all’indomani della guerra condusse i sopravvissuti ebrei nella Terra Promessa. Ad oltre dieci anni dal restauro, si rende necessario un ulteriore intervento di consolidamento dei graffiti che presentano qualche segno di sofferenza e di distacco. Il progetto, redatto dall’ingegnere Nicola D’Alessandro e da Nori Meo Evoli, consulente per gli interventi di restauro, prevede la realizzazione di un infisso di chiusura per la sala murales, di un sistema di monitoraggio dei parametri ambientali (in grado di segnalare eventuali situazioni di scostamento dai parametri programmati di temperatura e umidità e di attivare in conseguenza le opportune regolazioni dell’impianto e dell’afflusso dei visitatori) e specifiche attività di consolidamento e restauro conservativo.
Il Museo della Memoria e dell’Accoglienza nasce ad opera soprattutto dell’Apme (associazione pro murales ebraici), che ha fatto sin dagli anni ’80 un intenso lavoro di recupero delle memorie, promuovendo proprio la nascita del Museo, poi realizzato su progetto di Luca Zevi e inaugurato nel 2009. Nell’immediato dopoguerra migliaia di persone sopravvissute al nazismo si riversarono in Puglia. Le forze alleate, inglesi e americane, individuarono nel borgo di Santa Maria al Bagno e nelle località di Cenate e Mondonuovo, i luoghi ideali in cui allestire un campo di accoglienza diffuso (altri campi furono allestiti a Santa Maria di Leuca, Santa Cesarea Terme e Tricase Porto). Il Displaced Persons Camp n.34 di Santa Maria, il più grande, fu attivo dalla fine del 1943 al luglio del 1947 e ospitò migliaia di ebrei. In virtù di questa storia di rinascita, integrazione e solidarietà, nel gennaio 2005, la Città di Nardò è stata insignita della medaglia d’oro al merito civile dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi Oggi il museo custodisce i murales originali dipinti da Miller, che soggiornò nel Camp n. 34, e ospita inoltre una mostra fotografica permanente, oggetti e documenti che proiettano il visitatore in quella che era la vita nel Campo. Una vita finalmente normale e serena, caratterizzata da rispetto e integrazione tra culture, religioni e lingue diverse. Video documentari offrono al visitatore un ulteriore momento di approfondimento.