“Come sono stati utilizzati i proventi degli oneri di urbanizzazione?” Il vice presidente del consiglio interroga il sindaco di Nardò
Il vice presidente del consiglio comunale di Nardò ha presentato un’interrogazione urgente a risposta scritta rivolta al sindaco, al presidente del consiglio comunale ed al segretario generale del comune di Nardò. La questione “scottante” riguarda gli oneri di urbanizzazione. Giancarlo Marinaci prende le mosse dalle dichiarazioni del primo cittadino Il Sindaco Giuseppe Mellone, in lo scorso 10 agosto ha dichiarato al Nuovo Quotidiano di Puglia, versione web, che “Circa 2000 pratiche sono ancora all’attenzione dell’ufficio competente, ma il dato rilevante è un altro: nel 2016, quando ci siamo insediati, erano oltre 5mila. In tre anni di lavoro da parte degli uffici abbiamo concesso 2.300 sanatorie, ma ovviamente le pratiche trattate sono state di più. Contiamo di ridurre ulteriormente questa mole nei prossimi due anni. Uno sforzo importante e finalmente ordinato, visto che la gestione delle pratiche sino al 2016 è stata disastrosa: prima con un affidamento a tecnici esterni che non ha portato assolutamente i frutti sperati, poi con una internalizzazione penalizzante per i nostri dipendenti. Quindi, credo che negli ultimissimi anni l’ente abbia fatto il suo dovere, partendo da una situazione pesante. L’abusivismo edilizio è l’eredità, tra le peggiori, di un periodo storico del nostro Paese e del Mezzogiorno in particolare caratterizzato da diffusi malcostumi in materia, con una percezione di illegalità del fenomeno molto vicina allo zero”. Marinaci evidenzia alcuni riferimenti normativi: visto l’articolo 1, commi 460 e 461, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019”. L’ 1 bis, comma 1, del D.L. 16 ottobre 2017, n. 148, convertito con modificazioni dalla Legge 4 dicembre 2017, n. 172. E considerato che la Corte dei Conti – Sezione regionale di controllo per la Puglia – , con delibera 12 dicembre 2018, n. 163, ha sentenziato che “a decorrere dal 1° gennaio 2018 (…) le entrate derivanti dal rilascio dei titoli abilitativi edilizi e dalle relative sanzioni devono essere destinate esclusivamente agli specifici utilizzi, attinenti prevalentemente a spese in conto capitale”. Alla luce della premessa Marinaci interroga il sindaco e l’assessore competente per conoscere: quante pratiche di condono edilizio sono state respinte dal giugno del 2016 a tutt’oggi? Qual è l’ammontare dei proventi edilizi negli esercizi finanziari 2016, 2017 e 2018? Come sono stati utilizzati i proventi dei titoli abilitativi edilizi e delle sanzioni previste dal DPR n. 380/2001 relativamente all’e.f. 2018? Quali somme specifiche sono state destinate, dal 1° gennaio 2018 a tutt’oggi, agli interventi appresso indicati: realizzazione e manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria; risanamento di complessi edilizi compresi nei centri storici e nelle periferie degradate; interventi di riuso e di rigenerazione; interventi di demolizione di costruzioni abusive; acquisizione e realizzazione di aree verdi destinate a uso pubblico; interventi di tutela e riqualificazione dell’ambiente e del paesaggio, anche ai fini della prevenzione e della mitigazione del rischio idrogeologico e sismico e della tutela e riqualificazione del patrimonio rurale pubblico; interventi volti a favorire l’insediamento di attività di agricoltura nell’ambito urbano; progettazione per opere pubbliche. Il vice presidente del consiglio comunale chiede infine “come sono stati utilizzati, e per quali concrete iniziative, ad esclusione di quelle di cui al punto 4, i proventi da “oneri di urbanizzazione”, a partire dall’1.1.2018″