Abuso d’ufficio nella gestione dell’illuminazione votiva del cimitero? La Procura di Lecce indaga sull’operato del sindaco Pippi Mellone e dei suoi assessori.
Si tratta del vicesindaco Oronzo Capoti, Mino Natalizio, Ettore Tollemeto, Gianpiero Lupo, Maria Grazia Sodero, Giulia Puglia e Stefania Albano. L’indagine parte nel 2018, nel mezzo della lunga e aspra battaglia legale tra l’Amministrazione comunale e la ditta “Borgia Giovanni”.
Pippi Mellone, ricordiamo, da diversi anni non risparmiava chritiche all’impresa che si occupava del servizio di illuminazione votiva nel cimitero. E diventato sindaco non ha perso tempo, revocando l’affidamento a poco più di due anni dalla naturale scadenza della convenzione (1991 > 2021).
Ne è scaturita una costosissima battaglia legale tra Tar e Consiglio di Stato, conclusa con un atto di transazione firmato dallo stesso sindaco Mellone, dal titolare della ditta, dagli avvocati Giovanni Pellegrino (per Borgia) e Paolo Gaballo (per il Comune) e dal dirigente comunale, l’ingegnere Cosimo Pellegrino. Nel frattempo, però, è successo qualcosa.
Dopo la revoca voluta da Mellone e dai suoi assessori, avvenuta nel 2017, l’illuminazione votiva è stata affidata alla ditta “Ariete”. Un provvedimento contestato dalla ditta Borgia e oggetto delle indagini da parte della Procura. Il pubblico ministero della procura della Repubblica di Lecce, Donatella Palumbo, ha chiesto al Gip altri sei mesi di proroga per completare le indagini preliminari, in quanto occorrono ulteriori approfondimenti investigativi.
Il giudice per le indagini preliminari Giulia Proto ha notificato il provvedimento agli otto politici implicati nella vicenda comunicando il tempo previsto dalla legge per la presentazione di eventuali memorie.