Dei giochi di parole di Indennitate, condite da supercazzole semantiche, la gente è ormai stufa.
Se Mellone con lo staff che gli ruota intorno non è capace di fare dietro front e chiedere scusa, dopo una figuraccia fatta davanti alla città intera, nulla c’entra l’avversione politica con l’intervento di una professionista come mia sorella che gli ha fatto notare che forse non era il caso di cadere così in basso. La mercificazione dei pazienti, di paleopolitica memoria, non appartiene a tutta la classe medica. Fare la chemioterapia è una cosa seria, ed è sempre meglio non farla!
Vengano Mellone ed Indennitate a farci visita in ospedale durante le nostre ore di lavoro, vengano a sedersi su una poltrona da chemioterapia oppure a stendersi per un’ora dentro un apparecchio da Risonanza Magnetica, lì dove rimangono le speranze di uscire puliti dalla “macchia”, lì dove i pazienti cercano nel tuo sguardo e nelle tue parole le speranze di un conforto o di una parola che li renda libera dalla malattia.
E non è vero nulla del sostegno del sindaco verso le manifestazioni rotariane (il teatro comunale è stato negato “ad personam” perché “ai Ronzino non si concede nulla”), del centro di ricerca presso l’ospedale “del mulino che vorrei”, dove mancano infrastrutture ed apparecchiature.
Faccia meno propaganda, il sindaco, e si impegni a risolvere i problemi della città, se ne è capace.
Lorenzo Ronzino, medico radiologo