IL PIAZZALE DEI “CAMPETTI” INTITOLATO AD ALBERTO ZACCHINO

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Il piazzale dei “campetti” di via Bonfante è stato intitolato ad Alberto Zacchino, il diciottenne neretino morto nel 2012 pochi giorni dopo un tremendo incidente stradale e i cui organi furono donati. La cerimonia si è svolta alla presenza dei genitori di Alberto, Antonio e Simona, di tanti amici del giovane, del sindaco Pippi Mellone, del vicesindaco Oronzo Capoti e del vicepresidente del Consiglio Antonio Vaglio. A benedire la targa, piazzata sul viale d’ingresso della struttura sportiva, Don Riccardo Personè.

Alberto Zacchino, a bordo di una Toyota Yaris, rimase vittima di uno scontro con un’altra autovettura sulla strada che collega Nardò a Copertino la sera del 3 ottobre 2012. Dopo cinque giorni di tentativi disperati da parte dei medici del “Fazzi” di Lecce, Alberto cessò di vivere l’8 ottobre e i suoi genitori autorizzarono immediatamente l’espianto dei reni, del fegato e del cuore, che regalarono una concreta speranza di vita a quattro pugliesi. Un gesto di grande generosità da parte di una famiglia dilaniata dal dolore di una perdita così atroce. L’amministrazione comunale ha voluto dimostrare la riconoscenza della comunità neretina nei confronti della famiglia Zacchino e soprattutto ha voluto ricordare Alberto con questa intitolazione, in un luogo simbolo per i giovani.

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“Il ricordo di Alberto – ha detto Pippi Mellonesarà sempre vivo anche grazie a questa targa. Un piccolo e significativo gesto da parte dell’amministrazione comunale e di tutta la città per un ragazzo scomparso davvero troppo in fretta. Alberto era un ragazzo brillante, che amava la matematica e gli scacchi, segno di un’intelligenza viva. Ho abbracciato i suoi genitori, Antonio e Simona, ringraziandoli di un gesto meraviglioso come quello della donazione degli organi”.

“Alberto, che conoscevo molto bene, vive nei corpi di chi ha ricevuto i suoi organi – ha aggiunto Oronzo Capotie spero che la sua terribile vicenda sia un insegnamento per i giovani e per tutti gli automobilisti. È bello che i “campetti” siano un modo per ricordarlo”.