VIA KENNEDY – “TANTO RUMORE PER NULLA” IL CONSIGLIERE TONDO DIFENDE L’OPERATO DELL’AMMINISTRAZIONE
“Le polemiche di queste ore verranno spazzate via dai fatti, come è sempre accaduto fino ad oggi. A tal proposito, però, occorre precisare alcuni punti, a tutela del buon nome della città, dell’amministrazione comunale e della stessa parrocchia, evidentemente strumentalizzata da quei politici locali che hanno interesse a soffiare sul fuoco”. Così il consigliere comunale con delega allo Sport Antonio Tondo torna sulla questione dell’affidamento della struttura sportiva di via Kennedy, al centro in questi giorni della polemica politica.
“Primo punto – chiede – qual è l’interesse della parrocchia? Secondo l’amministrazione comunale l’interesse è quello di avere uno spazio per i giovani, a prescindere dal gestore. Benissimo: continuerà ad averlo perché l’associazione assicurerà la fruizione della struttura così come avvenuto fin ora. Quindi per i gruppi scout, per la comunità parrocchiale, per i ragazzi dell’Azione Cattolica e del catechismo non cambierà assolutamente nulla, mentre verranno accresciute le potenzialità dell’impianto a servizio dell’intera città. Una circostanza questa confermata anche dal fatto che i responsabili di una delle associazioni che già usufruiva dell’impianto e si occupa di calcio per bambini, hanno avuto un incontro con il nuovo gestore, il quale ha confermato che nessuna variazione è prevista.
Secondo punto – continua – perché nel febbraio 2012 andava bene un affidamento diretto da parte dell’ex sindaco Risi, per una durata di ben 5 anni, mentre oggi non andrebbe bene un affidamento diretto per soli due anni, per i quali peraltro il Comune di Nardò riceve in cambio anche degli investimenti? Affidiamo all’intelligenza dei cittadini la risposta giusta. Terzo punto: la gestione dell’impianto. L’amministrazione intende seguire con più attenzione la gestione dei campetti di via Kennedy: in questi anni non risulta che siano giunte all’attenzione del Sindaco le relazioni annuali previste dal contratto.
L’idea che un bene di proprietà di tutta la città sia diventata un diritto per un affidatario è sbagliata e la città sta già pagando caro il peso delle scelte errate del passato. Basti pensare che per anni i neretini hanno dovuto pagare per dei locali in affitto mentre Nardò concedeva i propri gratuitamente. L’amministrazione guidata dal sindaco Pippi Mellone pensa, invece, che i beni di proprietà di tutti, i beni comuni, debbano rimanere tali. L’oratorio ha già usufruito di una proroga nel 2017, proprio con l’amministrazione Mellone. Non capisco quindi dove sia lo scandalo! Ben venga – conclude Tondo – un principio di rotazione che possa assicurare più qualità dei servizi per tutti: scuole, associazioni, privati cittadini”.