SEMBRA UNO SCHERZO? NO! È TUTTO VERO
La Corte dei Conti dice che l’amministrazione Risi non ha sforato il patto di stabilità e che i conti del Comune nel 2012 erano in regola. E il Comune (tutti noi cittadini) pagherà per colpa di Pippi Mellone.
Sembra un brutto scherzo ma è tutto vero.
Il decreto dei giudici (6/2018) è arrivato in seguito alle denunce presentate da Pippi Mellone e Oronzo Capoti, oggi sindaco e vice sindaco, ma ai tempi consiglieri di minoranza. I due hanno realizzato manifesti infarciti di offese e calunnie nei confronti degli amministratori di allora. La banda di Mellone ha costruito su questa faccenda una campagna elettorale di infimo livello per contenuti volgari e violenza verbale. Il vero obiettivo, lo abbiamo scoperto già da un po’ di tempo, era conquistare il potere con ogni mezzo per garantirsi una comoda poltrona e un rassicurante stipendio personale.
L’Amministrazione guidata da Marcello Risi, seppur non esente da contraddizioni, ha faticato per riportare in ordine la difficile situazione delle casse comunali ereditata dalle precedenti gestioni di Antonio Vaglio, oggi sostenitore di Mellone con la casacca della Lega Nord.
Con la loro azione, Mellone e Capoti hanno mortificato, ancora una volta, il nobile e delicato ruolo di verifica e controllo amministrativo che avrebbero dovuto onorare con impegno e competenza quando ricoprivano la carica di consiglieri di minoranza. Come se ciò non bastasse, avviliscono il loro attuale ruolo di sindaco e vice-sindaco, esponendo il Comune a dover risarcire migliaia di euro di spese legali, facendo così ricadere gli effetti delle proprie colpe sulle casse comunali, ovvero sulle tasche dei cittadini di Nardò.
Perché il sindaco e il vice-sindaco, registi di questa causa persa, non si accollano le spese legali, così da dimostrare di avere la dignità di ammettere i propri errori e di assumersi le conseguenze delle proprie azioni? Perché dobbiamo essere tutti noi a pagare questo ennesimo grossolano errore della sciagurata gestione di Pippi Mellone?
Nardò Bene Comune