La Signora Maestra viaggia di scuola in scuola per perpetuare, nei bambini, il ricordo delle storie del libro di Edmondo De Amicis Cuore. Assieme a lei viaggia anche Cartoccia, lo spirito accartocciato di queste storie, che si diverte però a intervenire nella calda e partecipata narrazione della Signora Maestra, modificando a proprio modo dettagli, più o meno piccoli.
La Signora Maestra viaggia di scuola in scuola per perpetuare, nei bambini, il ricordo delle storie del libro di Edmondo De Amicis Cuore. Assieme a lei viaggia anche Cartoccia, lo spirito accartocciato di queste storie, che si diverte però a intervenire nella calda e partecipata narrazione della Signora Maestra, modificando a proprio modo dettagli, più o meno piccoli.
La storia-cardine dello spettacolo è quella di Marco di Dagli Appennini alle Ande, ma da lui vengono a svelarsi altre fra le più belle e toccanti creazioni di De Amicis. Cartoccia chiederà spesso ai piccoli spettatori di giocare con lui a inventare nuovi epiloghi a questi racconti, e l’intervento del pubblico è proprio uno dei fattori primari dell’intero lavoro, che in questo modo, diviene tangibilmente e produttivamente “Gioco drammatico”. “Perché questo libro? Da bambina non mi è stato imposto e, a dire il vero, neanche consigliato. Si è trattato, io credo, di un richiamo istintivo, forse il titolo Cuore, o forse semplice curiosità di chi tenta di non dimenticare mai del tutto di essere stata una bambina. Ho incominciato a leggerlo, ho sentito un cuore che batteva, ma prima di capire se fosse il mio o il suo ho dovuto tracannarlo tutto d’un fiato. È stato magnifico. C’era il coraggio, c’era la paura, c’era il dolore ma anche la gioia di una vita, c’era tanto sentimento vivo e palpitante, tanta voglia di sperare e tanti motivi per non farlo. C’ero io, con tutto il mio essere, con tutte le mie facce, i miei sogni e la mia voglia di vivere fino in fondo perché ne vale la pena! Ogni bambino-uomo dovrebbe leggere Cuore perché Cuore è ognuno di noi!” (Silvia Civilla)